Nessuno sa resistere al fascino della Milano Fashion Week. Come ogni anno il capoluogo lombardo, per poco meno di una settimana, si riempie di buyer, influencer e vip per assistere alle presentazioni delle collezioni delle più rilevanti case di moda. Milano Fashion Week FW 2020/21 ha contato 56 sfilate e 34 eventi in calendario, puntando tutto sulla sostenibilità: niente plastica agli eventi, accrediti tramite QR-Code e materiali stampati con carta riciclata.
Questa edizione si è aperta con un braccio teso alla Cina con China, we are with you, un progetto pensato per a dare visibilità alle nuove collezioni di 8 designer cinesi emergenti. Ma non solo: tutte le sfilate sono state trasmesse in streaming sulle principali piattaforme per permettere di assistere anche a chi, per cause di forza maggiore, non ha potuto lasciare il Paese. «La moda crea ponti non alza muri. Saranno con noi se non fisicamente, almeno virtualmente grazie alla tecnologia» afferma Carlo Capasa, Presidente di Camera Moda Italia.
E se da un lato abbiamo la tecnologia, sulle passerelle possiamo notare un ritorno al classico ed al buon gusto, con capi di materiali durevoli e tendenze in linea con le sfilate maschili dello scorso mese. Alberta Ferretti fa sfilare creazioni sofisticate ed estremamente chic, che se da un lato riportano all’universo maschile in tema di tagli e tessuti, dall’altro esaltano la sensualità femminile. Un concetto di tailoring da riscoprire, senza però disdegnare rouches e chiffon.
Max Mara segue l’ispirazione maschile con una collezione di ispirazione mariana con corde, navy stripes e maxi cappotti che richiamano le linee di quelli indossati sulle barche da chi il mare lo vive da vicino. Volumi, varietà di tessuti e palette invernali di colori che oscillano tra nero, grigio e cammello danno vita ad una collezione ricca ma fedele ad una eleganza sussurrata e legata alla sartorialità, in chiave moderna.
Fendi chiude il trittico del buon gusto 2.0 con colori naturali, tessuti morbidi e varietà di materiali, puntando i riflettori sulla borsa e sulle sue dimensioni.
Etro pensa alle donne dallo spirito libero, nomade, con una collezione che prende spunto dall’Argentina per gilet e pantaloni e dalle strade d’Oltremanica per i completi e le camicie. Ogni look è un viaggio, ogni capo una scoperta che trasuda emozioni di terre lontane. Ritorno agli anni ’80 invece per Versace, che porta in passerella sia la collezione maschile, sia quella femminile. Stampe zebrate e floreali, tubini corti e blazer dai toni vivaci per un salto nel passato con un piede nella contemporaneità.
L’ultimo giorno della Milano Fashion Week segna un momento storico nel mondo della moda: sfilano infatti le collezioni di Giorgio Armani e Laura Biagiotti rigorosamente a porte chiuse, senza pubblico, essendo passate poche ora dalla notizia della diffusione del Coronavirus sul territorio italiano. E come due estremi di un cerchio che si riconguingono, Re Giorgio dedica alla Cina la chiusura della sfilata, con una selezione di abiti Armani Privè creati nel decennio 2009-2019 ed ispirati proprio al colosso asiatico.
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