Arrivederci streetwear, bentornata classicità. Le collezioni Autunno – Inverno 2020/21 presentate alla Milano Fashion Week Men’s sono state una vera e propria rivoluzione stilistica ed hanno segnato il grande ritorno dei capi intramontabili del guardaroba maschile, quei capi che da anni gli uomini tendevano ad accantonare in fondo all’armadio a favore di tagli, colori e materiali più moderni, considerati anche forse più cool. E invece il classico che non tramonta mai ha saputo aspettare, in silenzio e con pazienza, fino a tornare alla ribalta e riportare stabilità ed equilibrio dopo stagioni di caos creativo. Le parole di Silvia Venturini Fendi riassumono al meglio lo spirito della prossima stagione autunnale: «C’è voglia di classico perché è una forma di perenne, abbiamo voglia di punti fermi. (…) I giovani devono essere educati alla qualità, dobbiamo dare loro delle alternative valide: sono abituati a comprare 100 capi che buttano via senza nemmeno metterli in lavatrice, invece devono capire che ci sono investimenti che valgono una vita».
Ecco quindi che la sostenibilità è essenzialmente legata ad un’ottima qualità delle materie prime ed a linee intramontabili, senza dimenticare il lavoro artigianale che si cela dietro i dettagli che permettono al capo di durare nel tempo. Dolce e Gabbana fa leva su questo per educare i giovani consumatori e racconta, con il linguaggio della moda, quelli che sono solitamente definiti “i mestieri di una volta”: «Il messaggio che vogliamo lanciare è un ponte tra la tradizione italiana del lavoro e le nuove generazioni. Per dire loro che con le mani si può fare qualcosa di utile a sé stessi e alla società».
Ritorno al passato anche per l’uomo Gucci, per il quale però il passato coincide con l’infanzia, perché «se sei un bambino puoi permetterti di sognare, di vestirti liberamente», racconta Alessandro Michele. Di fatto, dietro ogni look che sfila vi è un uomo lontano dagli stereotipi imposti dalla società e che spesso sfociano in concetti quali dominio, violenza e sessismo. “È tempo di celebrare un uomo che è libero di praticare l’autodeterminazione, senza vincoli sociali, senza sanzioni autoritarie, senza stereotipi soffocanti. Un uomo che è in grado di riconnettersi con il suo nucleo di fragilità, con il suo tremore e la sua tenerezza. Un uomo in ginocchio di fronte alla resa, che onora le paure e le sue spine. Un uomo pieno di gentilezza e cura”. Ancora una volta, Gucci fa rima con provocazione.
Anticonformismo anche per Etro, Salvatore Ferragamo ed Ermenegildo Zegna, che pur seguendo le linee guida dei trend di stagione sono capaci di personalizzare i capi con tocchi di stile che spaziano dai poncho con stampe di memoria argentina, tagli ampi e stretti perfettamente mixati e silhouette stratificate in termini di capi e materiali.
Cosa aspettarci quindi nelle vetrine della prossima stagione? Partiamo dalla camicia, in tinta unita o stampata, indossata spesso con la cravatta, accessorio che sembrava ormai destinato all’estinzione. I maglioni variano dal girocollo, allo scollo a V senza tralasciare il collo alto, ed i gilet diventano indispensabili per un look completo. Il tailoring viene rivisitato senza però essere stravolto, lasciando intatta la sartorialità ma virando verso lo stile pigiama. Giacche e cappotti, anche doppiopetto, domineranno il look e saranno accompagnati da mocassini o stivali. Per quanto riguarda i colori, il pop declina in favore della neutralità: grigio, marrone in tutte le sue sfumature e nero regneranno sovrani. I motivi saranno classici, come check o jacquard, ma dilatati. Niente loghi, niente sneakers, pochi accessori al di fuori delle borse. Et voilà, il buon gusto è servito.
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