È possibile dimenticarsi totalmente di aver commesso un gesto così terribile come l’omicidio dei propri genitori? Che meccanismi di auto protezione mette in atto la nostra mente pur di salvarsi da un terribile ricordo? Queste sono le incessanti domande che Alice, protagonista di Nebbia, giallo scritto da Chantal Guzzetti e pubblicato dall’editore Albatros, ripetutamente si pone.
La mente di Alice è avvolta dalla stessa Nebbia che dà il titolo al romanzo. Di notte il sonno è disturbato da sogni sconvolgenti, in cui vede lei stessa correre in un bosco e la mano della madre sbucare da un tappeto di foglie. Di giorno il nulla, non riesce a ricordarsi niente degli ultimi mesi di vita. Come mai rifiuta di entrare in contatto, anche solo telefonicamente, con chi la cerca? Che fine hanno fatto i suoi genitori? Che ruolo ha Alessandro, un amico che insistentemente la va a trovare e si preoccupare per lei? Queste sono i quesiti che Alice si pone, a cui però il lettore di Nebbia sa da subito rispondere. I genitori di Alice, che da anni si erano ritirati a godersi la pensione in una paesino di montagna chiamato Croveo, sono rimasti vittime di un macabro omicidio. Il padre è stato ritrovato appeso a testa in giù, penzolante dal ponte che sormonta il fiume di Croveo; il ritrovamento è avvenuto durante una festa popolare. Il corpo della madre, inizialmente scomparsa, è stato rinvenuto dalla stessa Alice, che stava partecipando alle ricerche, e che per lo shock è svenuta, sbattendo la testa e perdendo completamente la memoria.
Nebbia è un giallo coinvolgente, dalle atmosfere gotiche e quasi horror. L’ambientazione è perfetta per creare suspense: un piccolo e tranquillo paesino di montagna, in cui non accade mai nulla, dove tutti conoscono tutti, sconvolto da due omicidi. La trama bene costruita rende la lettura scorrevole e piacevole. Unica, piccolissima, pecca alcuni errori di battitura in cui il lettore inciampa. L’opera prima di Chantal Guzzetti ci ha lasciato piacevolmente stupiti, a quando un sequel?