Adoro leggere, anche se non riesco a farlo con la frequenza della mia collega Diletta, con la quale mi scuso già in anticipo se la mia recensione non sarà all’altezza delle altre presenti nella sezione, che portano la sua firma. Il romanzo delle mie vacanze natalizie è stato l’ultimo di Donato Carrisi, La casa delle luci, edito a novembre 2022 da Longanesi: 432 pagine che sono state in grado di tenermi incollata, rimandando gli impegni e perdendo anche qualche ora di sonno.
Il romanzo arriva a chiusura del ciclo dell’ipnotista Pietro Gerber, La casa delle voci (2019) e La casa senza ricordi (2021): il noto psicologo infantile, specializzato in ipnosi, è un personaggio delineato magistralmente dall’autore, che ne dipinge una personalità complessa, ricca di sfumature e non priva di dolore. Pietro Gerber si troverà stavolta a fare i conti con un caso sfidante, che riguarda Eva, una bambina di 10 anni agorafobica, la quale vive senza i genitori, ma con la governante e con una ragazza finlandese au pair, in una grande casa in cima alla collina di San Giminiano. La casa, altra grande protagonista del romanzo, è rappresentata come guscio senza vita, probabile teatro di accadimenti oscuri, a tratti prigione e a tratti punto di partenza, per i fatti narrati. Sarà proprio la ragazza au pair a chiedere l’aiuto di Pietro Gerber, meglio conosciuto come “l’addormentatore di bambini” la cui reputazione è in declino, perché con Eva da qualche tempo c’è un amico immaginario: niente di strano, per una bambina privata degli affetti genitoriali…se non che questa presenza sta cominciando a causare danni fisici e sofferenze alla bambina.
Pietro Gerber accetta suo malgrado il caso e si trova a fare i conti con il suo passato, in particolare con un episodio della sua infanzia, risalente a 25 anni prima, e che ha come focus il gioco infantile degli omini di cera. Il mistero si infittisce ed è proprio lì che psicologia e occulto si intrecciano, facendo dubitare il lettore della propria razionalità e chiamandolo a mettere in discussione le proprie certezze. Angoscia, suggestione, emotività e curiosità: queste, le emozioni in gioco, che Donato Carrisi alimenta con una trama coerente e ricca di colpi di scena, che fa sospirare il lettore fino all’ultima pagina. La conclusione è forse un po’ sbrigativa, ma non toglie fascino a uno di quei libri che entra di diritto nella mia top ten 2022.
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