Questa è una storia lunga, amici miei, sarete già arrivati da soli a questa conclusione. Comincia prima di me, prima di voi, prima di mia madre e anche delle vostre madri. È una storia che nasce da una stanchezza antica e da domande che sottintendono troppo. O forse a voi hanno mai chiesto se siete affezionati ai vostri datori di lavoro? Se volete bene al vostro titolare, al supervisore, al capo del personale? Io gli pulivo la casa, spolveravo i loro mobili, gli garantivo un piatto caldo la sera. Questo e l’affetto sono due cose completamente diverse.
A parlare è Estela, la protagonista e voce narrante del romanzo Pulita, di Alia Trabucco Zeràn, pubblicato in Italia da SUR. Credo che nei libri degli scrittori, e soprattutto delle scrittrici, sudamericane ci sia una coscienza di classe, che nei romanzi italiani ed europei si è persa. Pulita, dell’autrice cilena Alia Trabucco Zeràn, è un esempio lampante. Si tratta di un romanzo particolare per la struttura narrativa e per i temi trattati. L’inizio prende avvio dalla fine della vicenda e parla, come si può intuire dalle poche righe riportate, di conflitti e rabbia di classe, di lavoro e differenze sociali, di povertà e ricchezza.
Da sette anni ormai Estela ha lasciato il suo paesino di campagna e la madre per trasferirsi a Santiago del Cielo. Nella capitale lavora come donna delle pulizie e tata presso una famiglia abbiente. Da lunedì a sabato pulisce, lava, stira, cucina e si occupa della piccola Julia. L’unico giorno libero, la domenica, lo trascorre nella sua camera: uno sgabuzzino, senza finestre, ricavato nella cucina.
Pulita è un lungo monologo, in cui Estela parla rivolgendosi direttamente al lettore, come se fosse un amico. Dalla prima pagina sappiamo che Julia è morta ed Estela, lentamente, ci mostra le cause di questa morte. Il decesso della bambina diventa occasione per la domestica di ripercorrere la propria vita, andando a ritroso. Vediamo il primo colloquio di lavoro, la casa immensa e la stanzetta minuscola in cui Estela vive, la nascita di Julia, una bambina irrequieta, che arriva a mangiarsi le unghie fino alla carne viva. Vediamo i datori di lavoro di Estela, gente istruita, benestante, scopriamo i loro segreti. Fino al tragico epilogo. Pulita è un romanzo visivo, in cui la tensione cresce pagina dopo pagina, fino ad esplodere.
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