Nelle ultime settimane, quasi in contemporanea, sono apparsi in libreria i nuovi romanzi di due grandi scrittori della letteratura contemporanea che affrontano un tematica molto simile: l’ossessione della gelosia. I due autori sono Julian Barnes ed Herman Koch e i romanzi sono, rispettivamente, Prima di me, edito da Einaudi, e Il fosso, edizioni Neri Pozza. Nel primo caso si tratta di un’ossessione rivolta al passato, nel secondo invece è una gelosia nata improvvisamente in un uomo conosciuto da tutti per la sua razionalità.
Julian Barnes, a mio parere il più grande scrittore inglese vivente, narra la vicenda di Graham Hendrick, noioso docente universitario, che il 22 aprile 1977 decide di lasciare moglie e figlia per inseguire un nuovo amore dal nome Ann Mears. Graham e Ann iniziano quindi un lungo periodo di idilliaco, definito dallo stesso protagonista i giorni di miele, caratterizzato da una inarrestabile sessualità, che Graham non immaginava di possedere, e da una profonda affinità intellettiva. Tutto però ha un termine, precisamente quando Graham, a causa di una tranello ordito dalla ex moglie vendicativa, si trova seduto in una sala cinematografica a guardare una pellicola in cui Ann recita un ruolo secondario: la seducente amante di un gangster. Da quel momento in poi prende avvio un tunnel ossessivo: Graham vuole sapere tutto delle precedenti relazioni di Ann, sia di quelle reali, sia di quelle fittizie, avvenute solo sul grande schermo; fino ad arrivare a non distinguere più realtà e finzione.
Invece con Herman Koch ci troviamo nella moderna e tollerante Amsterdam. Robert Walter è un uomo di successo, affermato e rispettato, sindaco della sua città, ha costruito la propria immagine intorno ai principi dell’uguaglianza. Da anni al suo fianco c’è Sylvia, moglie devota proveniente da un paese straniero. Robert non ha mai avuto dubbi sulla fedeltà di Sylvia fino a quando, durante una cena di gala, la vede gettare la testa all’indietro in una risata, mentre sta chiacchierando con un assessore, un tizio pedante e insopportabile, definito più volte da Sylvia noioso. Robert inizia quindi ad osservare ogni movimento della moglie, convinto che Sylvia si stia prendendo gioco di lui.
In entrambi i casi abbiamo dei protagonisti maschili, ma per una semplice ragione: gli autori di queste due storie sono uomini. In realtà ci troviamo di fronte a vicende che non fanno differenze di genere: il gentil sesso non è immune dalla gelosia. È proprio in questo che risiede la forza di questi due romanzi, hanno la capacità di porci di fronte a una domanda: e se succedesse anche noi? C’è chi ha l’impulso irrefrenabile di sapere tutto del passato del proprio partner, c’è chi invece è spaventato da questo passato e preferisce chiuderlo in un armadio e buttare via la chiave. C’è chi da subito manifesta una gelosia malsana e chi invece, dopo anni di fiducia cieca, inizia a dubitare della fedeltà del partner.
Due scrittori, due romanzi, ma un’ossessione in comune.
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