La leggenda vuole che il sarto Valentino Garavani sia stato folgorato in giovane età dal rosso mentre era al teatro dell’opera di Barcellona. Il ricordo di quei personaggi, forti e ieratici, che si muovevano sulla scena tutti vestiti di vermiglio, gli fece capire le virtù di questo colore. E così, dal 1968 fino ad oggi non ha mai perso il vizio di proporre almeno un abito in quella sfumatura, e talvolta molti di più: come, in generale, nel gran finale sia del prêt-à-porter sia dell’alta moda. Come alla festa di congedo al Colosseo, con le ballerine che volavano nel cielo fiammeggianti e fluttuanti. Come tutte le rose purpuree, e non, che crescono nella residenza francese dello stilista, il Castello di Wideville, che pare abbiano emozionato anche la Regina Elisabetta. Quest’anno il Direttore Creativo Pierpaolo Piccioli ci delizia con armoniosi giochi di contrasti tra tessuti, linee e stili. La donna secondo Piccioli è un soggetto elegante e raffinato, dall’allure eterea e delicata, che non mira ad esaltare le forme con aderenze e trasparenze audaci, ma gioca sulla fluidità di tessuti pregiati e adora l’effetto see trought. Le maglie in popeline dal sapore androgino si combinano con gonne romantiche in pizzo macramè e in taffetà, maestosi ed eleganti abiti da sera dalla silhouette allungata si alternano a più essenziali mini dress in jersey. “Questa collezione è un viaggio nel tempo”, ha affermato Piccioli, “L’inizio di una nuova era dove i valori si evolvono e il passato viene accantonato per scrivere il futuro “. Il tempo dunque, il suo trascorrere e la sua evoluzione, divengono valori imprescindibili per questa collezione che ancora una volta celebra la femminilità, la personalità e l’unicità delle donne di oggi. Abiti dalle silhouette allungate perché in ogni periodo di cambiamento le forme divengono verticali. Una nuova prospettiva per continuare ad amare Valentino, non trovate?
Image Source: Valentino