Il sistema moda sta vivendo una mutazione, iniziata già prima del lockdown dovuto al Covid-19: il fast fashion, con collezioni nuove e standardizzate ad ogni stagione, sta lasciando il posto ad un concetto più arcaico, quello di artigianale e su misura. Produrre pochi capi che rispondano davvero alle esigenze dell’acquirente, che ne interpretino i gusti e il modo di essere è il sistema delle antiche sartorie: così facendo, è anche possibile salvare i piccoli negozianti, in crisi a causa dei grandi colossi. Questa filosofia ben si sposa con un altro pilastro della nuova moda: la sostenibilità, la produzione eco-friendly. Abbiamo scovato un brand italiano che coniuga tutto ciò e lo fa esaltando il Made in Italy: Sartorie Clandestine. Sartorie Clandestine si occupa di capi in denim: il jeans, infatti, è il capo quotidiano per eccellenza, non passa mai di moda e si declina in svariati modelli tali per cui ognuno di noi può trovare quello che fa al caso suo! Abbiamo intervistato il team e il founder, Loris Giorgetta, ci racconta la filosofia del suo brand e il modo di lavorare.
- Ciao a tutti, innanzitutto vorrei chiedervi il significato del vostro claim “It’s not a brand, it’s a movement”: cosa rappresenta?
Una domanda importante, grazie, soprattutto in questo periodo in cui alcuni valori diventano davvero essenziali per rispondere a quel sistema di fast fashion che sembra quasi giunto all’epilogo. Sartorie Clandestine, prima di essere un brand, è un modo di pensare e reinterpretare il paradigma attuale della moda. I 5 incorruttibili principi da cui nasciamo – unico, artigianale, sostenibile, vintage, tuo – diventano un manifesto. Vogliamo ripristinare ed esaltare il concetto di unicità, riportando al centro l’individuo: crediamo che la moda non sia solo un modo di vestire, ma un modo di essere se stessi. Il jeans è il capo di abbigliamento quotidiano per eccellenza, il più pratico, il più diffuso, il più versatile, e proprio per questo non può più far parte del concetto di must have, piuttosto parliamo di must be! L’obiettivo di Sartorie Clandestine è di proporre denim esclusivi, pezzi unici, di cui per ogni modello esiste una sola taglia. È un concetto che va oltre quello di “limited edition”: si punta sui dettagli e sulla diversificazione di ogni singolo pezzo. L’idea prende spunto dai principi del lusso sostenibile: diamo la possibilità di acquistare capi di qualità a un prezzo accessibile, con il valore aggiunto di essere irripetibili, in risposta a quella standardizzazione proposta dall’e-commerce di massa. Il concetto di unicità lo applichiamo anche per favorire la riaffermazione e la rivincita di piccoli negozianti e rivenditori. Il brand molisano infatti propone collaborazioni innovative con gli store che permettono a ogni negozio di creare delle capsule collection in esclusiva, progettate e pensate per essere vendute solo nello store richiedente, dove veicoliamo poi i nostri clienti, ad hoc per le esigenze e le richieste di ogni territorio e di ogni realtà commerciale.
- Il jeans fu inventato dal sarto Jacob Davis nel 1871 per essere brevettato con Levi Strauss il 20 maggio 1873. Siete fedeli al Levi’s originale?
Possiamo dire che prendiamo il passato e lo restituiamo rinnovato al linguaggio del presente, per rispondere alle esigenze del futuro. Teniamo memoria del denim d’annata Levi’s, che custodisce all’interno delle sue cuciture storie passate e ricordi di generazioni, e restituiamo un prodotto che conserva e rispetta le principali caratteristiche originali, ma risulta rinnovato, in linea con le tendenze attuali. Ogni capo viene accuratamente selezionato e rilavorato a mano, in maniera totalmente artigianale, per rinascere in quei valori che solo il Made in Italy è in grado di tramandare. L’obiettivo è un po’ quello di arrivare al post-streetwear, che per noi si traduce nel mix funzionale tra sartoria e streetwear.
- Vintage e sostenibilità: un connubio vincente e due dei vostri pilastri. Come il vintage può essere sostenibile, quali metodi utilizzate?
Oggi se si parla di innovazione si parla anche di sostenibilità; è un valore imprescindibile e spesso sono proprio le start-up a crederci in modo sincero e trasparente. Si parla molto di upcycling, di produzione circolare, di eco-friendly: noi basiamo tutta la nostra filosofia sul “riuso”, sulla produzione in piccoli numeri che ci permette di lavorare i capi artigianalmente, con un reale abbattimento di consumi e sprechi, senza l’uso di prodotti chimici duri o sprechi di acqua. Il vintage poi, in uno scenario in cui ogni anno vengono buttate tonnellate di vestiti in ottime condizioni, non è più solo un trend, ma anche una condizione necessaria. I jeans, in particolare, non possono far altro che migliorare con l’età e con il passare del tempo!
- L’esperienza d’acquisto personalizzata è quella che oggi il consumatore ricerca: come vi approcciate ai vostri clienti?
L’esperienza d’acquisto è qualcosa che abbiamo studiato a fondo, partendo dall’analisi di ciò che è già stato fatto e provando a costruire qualcosa di nuovo. Noi non proponiamo un modello che preveda tutte le taglie, ma proponiamo modelli esclusivi. Sul sito, attraverso il filtro “acquista per taglia”, il cliente riuscirà a individuare in breve tempo tutti i capi disponibili esclusivamente per la sua taglia. Il jeans selezionato sul sito web è proprio quello che il cliente riceverà a casa. La descrizione di ogni capo è molto dettagliata e riporta tutte le misure di lunghezza e larghezza, oltre alla descrizione del prodotto e delle lavorazioni. Inoltre, nella sezione vestibilità è possibile trovare una guida alle taglie e il catalogo prodotti che aiuta a capire come vestono i capi. In ogni caso, siamo sempre attivi nelle chat dei nostri canali social, per qualsiasi informazione o chiarimento.
- Come sopravviverà la moda italiana?
Il sistema moda italiano vanta un valore globale di 28 miliardi ed è tra i settori trainanti del Bel Paese, o almeno lo era! È evidente che la velocità dei mercati e l’intervento dell’alta finanza hanno minato quella romanticità, quel lusso artigianale denso di know how, quello stile che dettava legge nel mondo, cedendo il passo a una speculazione figlia di un consumismo pericoloso e tiranno. Questa situazione ci ha aiutato a capire, anzi ad ammettere, che è necessario fare un passo indietro, rallentare e reinterpretare l’industria della moda. D’altronde, noi non eravamo nessuno per dirlo, almeno fin quando Giorgio Armani l’ha dichiarato al mondo, e allora siamo stati finalmente legittimati a crederci. Sono due i trend principali che si stanno facendo strada in questi ultimi giorni: la moda digitale, che si ispira al mondo degli avatar e dello streaming, e il ritorno ad alcuni valori primordiali, calati invece nel mondo reale. È proprio questo secondo trend, fin dall’inizio, a definire la mission di Sartorie Clandestine: la durevolezza del capo d’abbigliamento a prezzi accessibili, la qualità del Made in Italy, la fine della corsa verso collezioni stagionali che diventano obsolete in tempi estremamente brevi e che puntano solo all’omologazione. L’handmade può essere una risposta concreta per riuscire a rispondere alle mutevoli esigenze del futuro!
Grazie, è stato davvero un piacere! I vostri valori sono gli stessi in cui noi crediamo e speriamo davvero che possano espandersi a tutti i livelli del mondo del fashion! Moda come modo di essere, e non solo come modo di apparire, è la risposta ad un sistema che necessariamente dovrà mutare!