Il racconto della propria vita tra fiction e realtà. Dove arriva la verità e dove inizia la finzione? Non lo sappiamo. Questo percorso narrativo è stato intrapreso qualche anno fa da Teresa Ciabatti con La più amata, romanzo che le valse il secondo posto al Premio Strega nel 2017. L’auto-narrazione e la celebrazione dei propri fallimenti e delle proprie vittorie prosegue nel nuovo romanzo di Ciabatti, intitolato Sembrava bellezza e pubblicato da Mondadori.
La protagonista di Sembrava bellezza è una donna nata in provincia e cresciuta a Roma. Una scrittrice che dopo anni vissuti nell’ombra, ha conosciuto la fama, e che ha paura di perdere questo successo faticosamente conquistato. In questa presentazione possiamo tranquillamente riconoscere l’autrice. Eppure la protagonista senza nome si discosta, per altri aspetti della propria vita, da Teresa Ciabatti. Infatti ha una figlia ventenne ed è divorziata, mentre Ciabatti è sposata con una bambina ancora piccola. Sembrava bellezza racconta l’esistenza di una donna che vive nel risentimento. Nei confronti di chi è più affermato di lei. Nei confronti di chi ha più soldi, più fama, più bellezza di lei. Ma soprattutto nei confronti di alcuni compagni di scuola, che durante l’adolescenza l’hanno fatta sentire da meno, perché non rispecchiava determinati canoni estetici e perché proveniva da una famiglia non abbastanza in vista. È proprio rispetto a questi compagni che oggi, scrittrice di fama nazionale, vuole ottenere la propria rivincita. Gli anni del liceo, dolorosi e indimenticabili, le ripiombano addosso quando Federica torna a cercarla. Federica era la sua unica amica, insieme spiavano la sorella Livia, una ragazza bellissima ai loro occhi, e soffrivano in silenzio della loro percepita inferiorità. Però qualcosa di terribile è successo a Livia, qualcosa che l’ha cristallizzata in un’eterna adolescenza: una cinquantenne nel corpo di una trentenne. In Sembrava bellezza, Teresa Ciabatti si conferma una scrittrice divisiva, o la ami o la odi, impossibile restare indifferenti ai suoi libri. Non nasconde nulla di sé: egocentrica, accentratrice, scorretta, antipatica. Eppure, con estrema sincerità, svela quei sentimenti che tutti noi abbiamo, ma che in pochi hanno il coraggio di ammettere di provare.
Quando mi chiedono cosa si prova ad essere famosi, e io rispondo niente, sto mentendo. Voi non immaginate lo stordimento, l’ebbrezza di fronte al pubblico che applaude», scrive all’inizio del primo capitolo.
Una scrittura potente, che abbatte il muro tra scrittore e lettori, a cui Ciabatti si rivolge direttamente, chiedendo aiuto, implorando un chirurgo o un cigno e ringraziando per aver resisto fino a pagina 162. Questa autrice ha avuto la capacità di creare una comunità di lettori, in grado di riconoscere un suo romanzo leggendo anche solo poche righe. Sembrava bellezza è un libro che vi risulterà odioso o illuminante, nessuna via di mezzo, ma vale la pena rischiare!
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