Io solamente ora, momento catartico in cui davanti a uno schermo riesco a mettere a nudo i miei sentimenti, le mie sensazioni e ciò che è stata la mia vita fino ad ora, riesco ad ammettere a me stessa che forse il segreto è tornare alle piccole cose senza pretendere di avere il controllo su tutto, in un parola: entusiasmo.
Così prende avvio il libro memoir di Aurora Sofia Vita, pseudonimo dietro cui si nasconde Dalida Tessari. Il volume si intitola Storia di uno qualunque ed è pubblicato da Senso Inverso edizioni. Proprio grazie all’entusiasmo, a una fiducia cieca nella vita e alla fede, Dalida è riuscita a superare i dolori a cui la vita l’ha sottoposta. In particolare il lutto per la perdita della giovane madre e una dura depressione post parto. Di questo, con grande coraggio e sincerità, parla nel libro Storia di uno qualunque,
da lei definito nel suo profilo Instragram un libro che «non è un romanzo, è più un viaggio nel tempo, una lunga serie di ricordi, un diario che porta il lettore a vivere le esperienze di una ragazza dalle elementari fino ai venticinque anni». Attraverso le pagine di questo libro, conosciamo la Dalida bambina, restia alle regole rigide della scuola e oggetto delle mire di alcuni bulli in classe con lei. Poi adolescente arrabbiata col mondo, non in grado di affrontare il dolore provocato dalla grave malattia della madre. Donna, tenace negli studi, che la porteranno a diventare una terapista occupazionale. Infine madre della piccola Bianca, colpita da una brutta depressione post parto, da cui però è riuscita ad uscire più forte di prima. Inizialmente Dalida aveva deciso di pubblicare il libro utilizzando uno pseudonimo. Seguendo il consiglio della casa editrice, convinta che così avrebbe protetto la propria privacy, ha utilizzato il nome fittizio di Aurora Sofia Vita. Successivamente però ha deciso di svelarsi. Infatti quella raccontata in Storia di uno qualunque non è una storia qualunque (scusate il gioco di parole), ma la sua personalissima storia. Mi sono imbattuta nel suo libro quasi per caso, ma immediatamente sono rimasta coinvolta da questa vicenda personale e universale, allo stesso tempo. Grazie Dalida per averci regalato la tua storia di figlia e di madre, e soprattutto di donna!
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