Dopo sei anni di lunga attesa, è tornata in libreria Fred Vargas con una nuova indagine del commissario Jean-Baptiste Adamsberg. Il romanzo s’intitola Sulla pietra, e in Italia è edito da Einaudi. Una vicenda intricata, in cui si intrecciano credenze popolari, antichi torti e nuovi ricchi. È valsa la pena aspettare ben sei anni? Assolutamente sì. Vargas è una scrittrice unica, dalla penna esperta, in grado di tessere una storia adatta sia a chi ha già conosciuto precedentemente Adamsberg sia a chi lo incontra per la prima volta.
Sulla pietra è ambientato in un piccolo paesino della Normandia. Louviec è un borgo medievale, in cui gli abitanti, che non arrivano al migliaio, si conoscono tutti tra loro. Il cittadino più illustre è Josselin de Chateaubriand, nel nome e nelle sembianze assolutamente identico a quel Chateaubriand, noto scrittore ottocentesco. Josselin è l’attrazione principale di Louviec; suo malgrado i turisti lo cercano, per immortalarsi in una foto accanto al sosia e forse discendente dello scrittore. Lui cavalca l’onda di questo involontario successo, perché deve pur sopravvivere e grazie alla somiglianza il sindaco gli elargisce un sussidio mensile. La quiete di Louviec è interrotta da un omicidio. Il guardiacaccia Gaël Leuven, uomo di una certa stazza e statura, viene ritrovato morto nelle vie del borgo; ad ucciderlo due coltellate al petto.
Il principale sospettato è proprio Josselin, con cui Leuven era solito avere dei dissapori. Inoltre accanto al corpo viene ritrovato un coltello di proprietà di Chateaubriand. Ad indagare sul caso troviamo Adamsberg, richiamato in Normandia dal commissario locale. Adamsberg capisce subito che gli indizi contro Josselin sono troppo lampanti, e quindi probabilmente disseminati apposta per far ricadere la colpa su di lui. L’assassino però non perde tempo e colpisce ancora e ancora, spargendo il terrore per Louviec. Adamsberg sarà in grado di sbrogliare il bandolo di questa intricata matassa?
Sulla pietra è un giallo dal sapore classico, che però non rinuncia a una certa dose di azione. Adamsberg non è uomo d’armi, ma d’intelletto. I suoi sottoposti però sopperiscono perfettamente alla sua inerzia. Nonostante l’inizio un po’ lento e la scrittura di Vargas, in cui ci si deve addentrare con metodo e senza troppa fretta, resta un piacevolissimo giallo. Vargas si conferma un’ottima scrittrice, in grado di elevare il genere poliziesco.
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