A volte capita di scoprire una perla rara della letteratura quasi per caso. Complici le vacanze estive e la voglia di andare a spulciare fra gli scaffali della libreria, ti ritrovi fra le mani un vecchio romanzo di cui avevi tanto sentito parlare, ma che non hai mai preso in considerazione. È quello che è successo con Thomas Jay, scritto nel 2012 da Alessandra Libutti e pubblicato dalla casa editrice Fazi. Una storia che racchiude il magico e dirompente potere della scrittura e della lettura. Un inno all’amore per i libri.
Thomas Jay è uno pseudonimo, dietro cui si nasconde un problematico adolescente italo-americano. Nato in Toscana negli anni Cinquanta, non ha né madre né padre. Viene cresciuto dalla nonna e dalla sorella di latte di lei, fra letture e carezze. Quando la nonna viene a mancare, inizialmente è affidato a un orfanotrofio e in seguito messo su un aereo e spedito negli Stati Uniti, dove la madre vive con un’altra famiglia. Da qui inizia la vita problematica di Thomas Jay: percependo il rifiuto della madre, in un moto di rabbia, manda i frantumi tutti i vetri della nuova casa, che avrebbe dovuto accoglierlo. La madre, di cui non conosciamo neanche il nome, non ci pensa due volte ad acconsentire affinché sia rinchiuso in un riformatorio.
Ha solo dodici anni e Thomas Jay finisce in prigione per la prima volta. Ha solo dodici anni e Thomas Jay evade di prigione per la prima volta. Troverà rifugio nella lavanderia di Max, maestro silenzioso e sincero, che accenderà nel ragazzo l’amore per i libri, diventando per lui un punto di riferimento. Sarà lo stesso Max a scoprire lo strepitoso talento letterario di Thomas Jay: uno scapestrato quindicenne, che ancora sta imparando le regole di una nuova lingua, attraverso la scrittura è in grado di raggiungere vette altissime. Ma purtroppo Thomas Jay ha un animo inquieto e ribelle, che lo porterà ad entrare ed uscire dal carcere sempre fuggente, fino all’ultima e definitiva condanna. L’unico modo per sopportare la solitudine di una cella di isolamento sarà la scrittura.
Dalla penna di Alessandra Libutti, italiana ma ormai naturalizzata inglese, è nato uno dei personaggi più commoventi e struggenti della letteratura contemporanea. Un moderno eroe, che non può non suscitare l’empatia del lettore. Insieme a Thomas Jay viviamo il riformatorio, le fughe, la speranza, e poi di nuovo la caduta, le pareti bianchissime e la luce abbagliante di una cella di massima sicurezza.
Una poesia dolorosa, che racconta gli errori di un essere umano, ormai redento, ma senza più futuro.
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